Quando abbiamo deciso di aprire la cantina – ci racconta Maria Cristina – io avevo già iniziato dal 2007 delle ricerche sulla nostra terra e la nostra casa. La zona era segnata, nel catasto gregoriano, reperito all’archivio di stato, sotto il nome di Montecorneo. 570  era ed è il numero civico che è ancora visibile fuori dalla casa, dove trovai anche delle vecchie botti del 1850.

Da quando sono entrata in questa famiglia, 37 anni fa, ricordo la grande attenzione con cui mi dedicavo, insieme a mia suocera, all’appassimento dell’uva per il vinsanto, un’attività ricercata vissuta come una festa sin dagli anni ’80, perché nel vinsanto la famiglia trovava il dono più prezioso e ricco da condividere. 

Negli anni Fausto ha portato avanti questa tradizione con l’aiuto di nostro figlio Federico, mio cognato Luigi e, in seguito, nostra figlia Sara.

Tra 2010 e 2011 circa, abbiamo ripreso a vinificare, il vigneto era stato rinnovato tra il 1999 e il 2003 (impiantato negli anni ’70 da mio suocero). 

Dal 2010, quindi, la cantina ha iniziato a essere anche attività ricettiva, portando l’ospitalità al centro della nostra filosofia. L’aspetto stesso della cantina non richiama quello di un negozio, piuttosto appare come una casa. Condividiamo una passione e la diffondiamo. E quest’attività ricettiva si concretizza, poi, anche con la ristrutturazione della Casa, che nonna Teresa aveva acquistato con la propria dote.

Da cinque generazioni, l’ultima è quella dei miei figli, la nostra famiglia si è dedicata al settore agricolo.